La capacità di mentalizzare è una competenza fondamentale per gli esseri umani e quando a farlo sono i genitori si costruisce una base indispensabile per il successivo sviluppo del loro bambino.
La funzione riflessiva (o mentalizzazione) è la capacità di capire se stessi e gli altri in termini di stati mentali quali pensieri, sentimenti, idee, credenze, intenzioni. Il processo di dare significato agli stati interni è una competenza importante al servizio di funzioni interpersonali; fornisce i mezzi per scoprire e dare voce ad aspetti vitali dell’esperienza soggettiva e consente una conoscenza vasta e profonda di sé (Slade, 2010).
“Gli essere umani sono costantemente impegnati nella loro quotidianità nel cercare di capire la propria mente e quella degli altri” (Allen, Fonagy, Bateman, 2008).
La “funzione riflessiva genitoriale” (o mentalizzazione) è la capacità di un genitore di rappresentare e comprendere l’ampiezza e la profondità dell’esperienza interna del bambino, in termini di stati mentali e intenzioni, ed offrirle un contenimento; essa è la premessa indispensabile perché il bambino possa regolare i propri affetti e raggiungere un senso del sé coeso, coerente e flessibile.
Il genitore, fin da quando il figlio è piccolo, si rappresenta il figlio e riflette su queste rappresentazioni. In questo modo il bambino fa esperienza di quanto i propri stati mentali siano stati capiti e pensati dal proprio genitore (Niccolò, Enuncio, 2010).
Essa è un’esperienza cruciale per un attaccamento sicuro e per altre conquiste evolutive come lo sviluppo delle relazioni sociali, la regolazione del Sè e degli affetti. Le figure di accudimento sono le prime a tradurre in parole le sensazioni che il bambino ha di sé e devono farlo a lungo prima che egli sia capace di capire tali rappresentazioni. La funzione riflessiva si riferisce sia alla capacità di riconoscere gli stati mentali, ma anche di collegarli al comportamento in modo accurato e significativo (Slade, 2010).
"Il nostro nutrimento mentale è costituito dalle esperienze che facciamo con gli altri e con la realtà che ci circonda" (Niccolò, Enuncio, 2010).
I bambini imparano a mentalizzare essendo mentalizzati, cioè quando gli altri hanno la loro mente in mente (Allen, Fonagy, Bateman, 2008). La capacità riflessiva di una madre e di un padre influisce direttamente sulla capacità del bambino di rappresentare e dare voce alla propria esperienza interna (Slade, 2010).
Dialoghi con i genitori
Negli interventi di sostegno alla genitorialità uno degli obiettivi è fermarsi a “riflettere” sul comportamento anziché cercare di cambiarlo (sebbene spesso il comportamento di modifichi in conseguenza di un diverso modo di pensare e rappresentarselo), collegare i sentimenti ai comportamenti, cogliere la relazione tra lo stato mentale del genitore e quello del bambino.
Bibliografia
Niccolò A., Enuncio F. (2010) “Il mestiere di genitore”. In Quagliata E. (a cura di), Essere genitori. Fare spazio al bambino: autostima, segnali di disagio, il ruolo del padre, le separazioni. Astrolabio, Ubaldini Editore, Roma.
Allen, J.. Fonagy, P., Bateman, A. (2008), La mentalizzazione nella pratica clinica Tr. It. Raffaello Cortina, Milano 2010.
Slade,A., (2010) Relazione genitoriale e funzione riflessiva. Casa editrice Astrolabio, Roma.
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