Il primo documentario italiano interamente dedicato al fenomeno dell'hikikomori, la pratica del ritiro sociale sempre più frequente anche tra gli adolescenti italiani.
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Con l'espressione "ritiro sociale" ci si riferisce al fenomeno di giovani che si isolano dal contesto sociale e dalle relazioni per vivere perennemente chiusi in casa, spesso chiusi nella propria camera.
E' la vergogna il sentimento che li affligge a tal punto da interrompere progressivamente ogni rapporto con il mondo esterno. Se si mostrassero allo sguardo giudicante degli altri sperimenterebbero timori e ansie di inadeguatezza. Spesso vengono riferiti episodi di incomprensioni, prese in giro, malumori con i compagni e gli insegnanti.
Il corpo viene percepito come impresentabile, si ha la sensazione di dover abbassare lo sguardo di fronte alla bellezza e alla spavalderia relazionale dei coetanei. La crisi evolutiva del ritirato sociale è davvero drammatica, una catastrofica fragilità in ragazzi invasi da da un senso di inadeguatezza e sentimenti di vergogna (Lancini, 2017).
Poter accedere alle esperienze offerte dalla rete può costituire una strategia di automedicazione per la cura della vergogna; un computer connesso a internet consente di guardare senza essere guardati, scoprire ed a volte anche comunicare, senza esporsi con il proprio corpo. Internet può diventare una grande passione, tanto da diventarne dipendenti, ma costituisce comunque l'unico ancoraggio accettabile alla realtà. La rete diventa, quindi, una sorta di "incubatrice virtuale" che consente di anestetizzare vissuti di tristezza e solitudine, tiene la mente al riparo dalla vita reale, senza tuttavia annullarla del tutto: "la rete non è la causa del ritiro dalla realtà, ma un estremo tentativo di restarvi agganciati" (Lancini, 2015; Lancini 2017).
"Il sintomo rappresenta, contemporaneamente, la modalità di comunicazione della sofferenza e il tentativo di risolverla" (Lancini, 2017)
E' difficile distinguere la normalità da un uso patologico della rete, poichè non è tanto il tempo trascorso su internet, ma l'uso che si fa della rete a fare la differenza! I ritirati sociali più gravi, afferma Lancini, non fanno uso di internet, non riescono ad accedere alle possibilità di simbolizzazione e di relazione che la rete può offrire! Costituisce, quindi, un fattore prognostico positivo l'impegno in giochi virtuali collettivi e il mantenimento di relazioni con i coetanei on line.
In questa situazione, il primo passo è rilevare la natura profonda del dolore psichico sperimentato dall'adolescente. Dare un senso nuovo e diverso a quello che sta accadendo può aiutare i genitori ad accedere ad una lettura meno disperata dei comportamenti del figlio. Ci sono delle ragioni che hanno condotto il proprio figlio a sviluppare una dipendenza dalla rete.
"Trovare una spiegazione e una ragione a un comportamento che fino a quel momento era stato solo oggetto di accuse e considerato una perdita di tempo" (Lancini, 2015).
Ciò consente all'adolescente e ai suoi genitori di uscire dal circolo vizioso dei conflitti e delle accuse reciproche , avviatosi con la comparsa del sintomo. Compito dello psicologo clinico, afferma Lancini, è proprio aprire al significato su quello che l'adolescente ci sta dicendo, solo così si può aiutare l'adolescente e i suoi genitori.
"Solo attraverso un approfondito lavoro di consultazione è possibile provare a dire qualcosa di sensato agli adolescenti e ai suoi genitori" (Lancini, 2015).
Infine, un'ultima riflessione sul ritiro sociale nella giovane età adulta. Il giovane adulto che crolla nei primi anni del percorso universitario porta con sè dei ritardi accumulati nella realizzazione dei compiti evolutivi della fase appena conclusa che non sono facilmente recuperabili; "la sofferenza accumulata e non elaborata nel tempo si è ritagliata uno spazio molto profondo nella mente, inoculando senso di inadeguatezza e angoscia paralizzante". Per questo è bene, conclude l'autore, che la presa in carico del sentimento di vergogna e del ritiro sociale si avii in adolescenza, anche in assenza di decisioni estreme come l'autoreclusione ( Lancini, 2017).
Bibliografia
Lancini M. (2015), Adolescenti navigati. Come sostenere la crescita dei nativi digitali. Erickson, Trento.
Lancini M. (2019), Il ritiro sociale negli adolescenti. La solitudine di una generazione iperconnessa, Raffaello Cortina, Milano.
Lancini M. (2017), Abbiamo bisogno di genitori autorevoli. Aiutare gli adolescenti a diventare adulti. Mondadori, Milano.
Il ritiro sociale tra gli adolescenti, Webinar del Progetto Giovani Connessi, disponibile su https://www.spreaker.com/show/la-prevenzione-del-rischio
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